Ho scelto di leggere questo romanzo, il secondo di questa autrice che affronto, per due ragioni: primo perché tratta uno dei miei miti greco-romani preferiti (sì, mi piacciono quelli incentrati su donne forti e particolari: Amazzoni, Elena di Troia, le dee Atena e Artemide, la gorgone, Persefone/Proserpina, ecc), e in seconda istanza perché è estate, avevo voglia di qualcosa di leggero e adeguato al periodo. E quale mito migliore se non questo, che ci racconta proprio come e perché si susseguono le stagioni? Da un’estate perenne di prosperità a una “suddivisione” dell’anno in due parti: sei mesi in cui Persefone torna sulla terra con la madre, portando la primavera e l’estate, e sei mesi in cui Persefone regna sul mondo dei morti accanto al marito Ade, generando l’autunno e l’inverno. La regina degli inferi – La maledizione di Persefone (Newton Compton, pp. 376) è un retelling mitologico molto carino, dalla scrittura fluida e scorrevole, come tipico della Lynn (di questa autrice ho letto, e vi consiglio vivamente, Le figlie di Sparta, sempre edito Newton Compton), anche se alcuni aspetti di questa storia me li ricordavo un tantino diversi. L’autrice ha giocato a manipolare un po’ a suo piacimento il mito, aggiungendo e modificando eventi rispetto all’originale. Vero è che non è una riscrittura pedissequa del mito, è una riformulazione narrativa. Alcune scelte sono state ben calibrate e a mio parere azzeccate, altre no. Un esempio ne è la figura di Ecate, che giustamente l’autrice affianca a quella di Persefone, ma ne stravolge però immagine e ruolo. Stessa cosa per Ade, che in contraddizione con la sua tipica immagine, viene qui descritto come un dio timido, dolce ed empatico, a tratti quasi debole. Zeus, al contrario, in questa storia ha un ruolo molto più importante e significativo. Forte è poi l’impressione che l’autrice abbia colto l’occasione per parlare di violenza sulle donne e relative ripercussioni, soprattutto psicologiche, e di relazioni omosessuali che, per quanto sia una tematica fortemente presente nella mitologia classica (per questo, e non solo, i miti sono così attuali) con il mito di Persefone, Proserpina nella versione romana, non ha alcuna attinenza pur rappresentando uno dei nodi cruciali di tutto il romanzo. È da leggere quindi? Sì, se cercate una lettura leggera ma non superficiale, che vi faccia evadere trascinandovi in un altro mondo e che vi tenga incollati alle pagine (ho fatto le ore piccole per leggerlo, un capitolo dopo l’altro come le ciliegie).
Cinzia Ceriani