Recensione
Lettura per me particolarmente difficoltosa e lenta, libro molto denso di concetti e simbolismi, tanto da avere l’impressione che leggere due pagine equivalesse a leggerne venti. E’ un testo che va capito, compreso, analizzato e riflettuto. Senza pregiudizi né chiusure mentali. E’ un libro che spesso lascia spiazzati e confusi sul reale messaggio che vuole trasmettere l’autore, su dove vuole andare a parare, ma poi all’improvviso tutto diventa chiaro, ogni cosa, ogni dettaglio, ogni frase diventa limpida come l’acqua, un cielo nuvoloso che si rischiara. In queste pagine Hesse filosofeggia sulla guerra, sul suo lato fallace, tremendamente umano, morale e spirituale; ci spiega come il mondo avesse bisogno, all’epoca della Grande Guerra, di un cambiamento, e purtroppo non c’è mai cambiamento senza conseguenze. Il nuovo doveva librarsi e uscire dal guscio protettivo del vecchio. Non è una giustificazione al conflitto, anche se apparentemente può sembrare, né un’esaltazione o il tentativo di voler vedere il bicchiere mezzo pieno. E’ una constatazione, un fatto, perché in definitiva, e non lo si può negare, tutti noi siamo un po’ Caino e un po’ Abele. Leggetelo. Non fatevi intimorire. Ne vale la pena, anche se un tantino ostico. Capirete.
Trama
Scritto neI 1917 e pubblicato nel 1919, “Demian” è la storia di un ragazzo combattuto fra due mondi, quello bello e pulito del bene e quello terribile, enigmatico eppur allettante del male. Protagonista è il giovane EmiI Sinclair, caduto sotto l’influsso di un cattivo compagno di scuola, Franz Kromer, che lo spinge a ingannare i genitori, rubare e discendere la china del peccato. Sarà un altro compagno, Max Demian, che sembra vivere fuori del tempo o uscire da un passato senza età, ad attrarre Sinclair e a liberarlo dal nefasto influsso di Kromer, guidandolo verso una concezione della vita straordinariamente complessa e misteriosa.