Ossessione, sensi di colpa, un terribile segreto e una tremenda tragedia familiare che ha distrutto fragili equilibri e condotto sull’orlo dell’abisso e della follia chi ne è stato coinvolto, senza sconti per nessuno. Gli ingredienti per rendere accattivante e coinvolgente questo thriller/noir di Marco Montenamaro c’erano tutti e, obiettivamente parlando, sono stati gestiti e incastrati, all’interno della narrazione, in maniera corretta e assolutamente perfetta, peccato però che In questa vita no (Fazi, pp. 276), non sia riuscito a convincermi fino in fondo e ad appassionarmi, non sia riuscito a entrare nelle mie corde.
Il romanzo è lento, privo di adrenalina e colpi di scena (mi spiace ma ciò che si rivela nel finale lo si capiva già parecchie, parecchie pagine prima da alcuni indizi e battute dei personaggi). L’incipit mi aveva davvero colpito e fatto intendere che qualcosa di importante era accaduto e doveva ancora accadere, invece in realtà non è successo nulla, è stata solo la reazione spropositata del protagonista alla scoperta di un segreto, una reazione del tutto fuori luogo che fa intendere al lettore pan per focaccia. Probabilmente era questo lo scopo dell’autore, in modo da guidarlo piano piano, indizio dopo indizio, alla verità ma, almeno per quanto mi riguarda, non ha funzionato, mi ha solo confuso e lasciato l’amaro in bocca per un’errata aspettativa.
Ad ogni modo, come accennato sopra, riconosco l’oggettiva qualità del romanzo, ben strutturato e con personaggi assolutamente realistici e dalle marcate caratteristiche italiane, romane in particolare. Roma, anche se l’autore non la descrive mai, è molto presente nel modo di comportarsi, rapportarsi e parlare dei personaggi. E questo mi è piaciuto molto. Tuttavia, devo riconoscere che non è un romanzo che fa per me, non per quanto attiene a questo genere per lo meno.
Cinzia Ceriani