Recensione
Stranamente, ho scelto di iniziare a conoscere questo autore (per me altra novità del 2023) dal suo testo meno conosciuto, più recente (è del 2005) e che meno mi ispirava. E quanto mi sbagliavo! Un uomo senza patria è il testo di Vonnegut che tutti dovrebbero leggere. Per conoscere l’autore, la sua filosofia e i suoi scritti. E’ una serie di riflessioni, pensieri e considerazioni particolari che Vonnegut fa sulla vita, l’America, il paese in cui viveva, la scrittura e la letteratura. All’interno di questa breve antologia ci sono delle vere e proprie chicche che andrebbero scritte e stampate su milioni di post-it da lanciare con gli elicotteri e appendere in ogni angolo della casa. Larga parte dello scritto è incentrato sulla sua esperienza come soldato durante la Seconda guerra mondiale, in special modo durante il bombardamento di Dresda da cui l’autore ne uscì miracolosamente incolume, o quasi. Da qui, la feroce critica alle politiche belliche, e non solo, degli Usa in cui Vonnegut non si riconosce, trasformandolo, appunto, in un uomo senza patria. Breve, rapido, scorrevolissimo e incisivo, un gioiellino no-fiction da avere e leggere per forza, una lettura da recuperare assolutamente e da cui attingere a piene mani importanti concetti-verità da imprimere nella mente, verificare, rielaborare e fare propri.
Trama
In questi dodici interventi (originariamente pubblicati sulla rivista radicale In These Times, poi snobbati dalla grande editoria americana e raccolti in volume da una coraggiosa casa editrice indipendente che negli Stati Uniti ne ha fatto un bestseller da 350.000 copie), Kurt Vonnegut ci offre il suo punto di vista sull’America e sul mondo di oggi. Traendo ispirazione di volta in volta da Mark Twain, Gesù Cristo, Abraham Lincoln e i socialisti di inizio Novecento, critica ferocemente il neoimperialismo e il capitalismo malato delle multinazionali, ma lo fa con uno stile frizzante e discorsivo che apre a continue digressioni: dalle dichiarazioni d’amore per il blues alle geniali riletture naif di Kafka e Shakespeare, dai ricordi del bombardamento di Dresda a quelli dello spinello fumato coi Grateful Dead, il tutto accompagnato da illustrazioni realizzate dall’autore stesso.