Recensione
Leggere Le notti bianche è stata per me un’esperienza sublime, in pochissime pagine l’autore è riuscito a ideare e costruire la perfetta parabola dell’amore: quello puro, quello innocente, quello che riesce ad amare nonostante la sofferenza e la delusione subita; quello che non conosce rancore, quello di un protagonista che sa non solo perdonare, ma anche essere grato a Nastenka per i brevi istanti in cui anche lei lo ha amato prima di illuderlo e abbandonarlo. Nel cuore del protagonista non c’è odio o risentimento, non c’è vendetta, c’è solo amore… un amore che lo accompagnerà per tutta la vita. Pagine strabilianti, di una poesia dolce e toccante, che infonde sentimenti positivi e scalda l’anima. Una delle letture più belle che io abbia mai fatto e ringrazio di cuore la persona, una cara amica, che qualche anno fa mi ha regalato questo piccolo gioiello letterario e che io, sciocca, solo ora mi sono decisa a leggere. Che grande errore ho fatto! Mi ha emozionato tantissimo questo racconto e vi dico quello che già vi ho detto riguardo a Tolstoj: leggetelo. Subito.
Trama
Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua “educazione sentimentale”, segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell’esistenza e dell’amore nell’ultima opera pubblicata prima dell’arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell’uomo e dell’arte. In questa edizione, al celebre racconto viene affiancata la visione “diurna” di Pietroburgo contenuta nei feuilletons che compongono la Cronaca di Pietroburgo, vero e proprio laboratorio per la scrittura dostoevskiana. Lo stretto legame tra pubblicistica e letteratura, che accompagnerà Dostoevskij negli anni della maturità, viene così a manifestarsi fin quasi dal suo esordio. Il racconto Le notti bianche ha ispirato il film omonimo di Luchino Visconti (1957), con Marcello Mastroianni e Maria Schell, e il film Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson (1971).