Recensione
Rispetto a titolo e sinossi, la trama risulta un po’ “scentrata”, fuori tema. Più che della vita e delle imprese della pericolosa e temuta cacciatrice nazista, infatti, la narrazione è incentrata su chi con lei ha un conto in sospeso: un’ex aviatrice russa, una strega della notte, come venivano chiamate le donne alla guida dei bombardieri sovietici dai tedeschi, e un ex giornalista che dedica la sua vita a rintracciare e a consegnare alla giustizia i criminali nazisti fuggiti dopo la caduta del Reich. La caccia, più che la cacciatrice, è il vero tema del romanzo. Il personaggio che dovrebbe essere il protagonista, la cacciatrice, risulta un po’ floscio, smorto, deboluccio e si lascia rubare la scena da altri personaggi, il giornalista e l’aviatrice, appunto, ben più carismatici e interessanti. Non traspare, da lei, tutta la cattiveria e la crudeltà che dovrebbe al contrario contraddistinguerla, non è neanche ben chiaro per quale motivo abbia questo soprannome, questa fama. E’ un criminale nazista come tanti, nulla vi è, nella trama, che faccia capire perché ha qualcosa di diverso dagli altri, come pare dalla sinossi. Manca quel quid in più che il libro invece pretende di avere. Bellissimo personaggio, che ho amato tantissimo fin dalla prima riga che la riguarda, è Nina, l’avietrice sovietica: indipendente, determinata, combattiva, temeraria, dotata di una forza d’animo tale da indurla a non temere nulla e nessuno, ma che nasconde dentro di sé un cuore grande e irrimediabilmente ferito, solitudine e tormento. E’ Nina, secondo me, la vera protagonista, tutto ciò che avrebbe dovuto essere die jagerin, la cacciatrice. In generale il libro mi è piaciuto, è coinvolgente e a tratti adrenalinico, commoveente e ironico.
Trama