Recensione
Capire perché Tolstoj è considerato un genio non è affatto difficile. In questo breve romanzo vi è raccontato tutto il fatalismo che permea la vita umana. Non importa cosa farai, come lo farai, per quale scopo o chi tu diventerai o sei già, in ogni caso la fine, nel vero senso della parola, è sempre la stessa, uguale per tutti. La morte è l’unica, grande livellatrice dell’uomo. E oltre ad arrivare per tutti, questa fine, può farlo anche nel modo più semplice e banale. E appena la morte fisica si manifesta, ancora prima di morire effettivamente, vi è la morte sociale, e ci si rende conto che attorno ci sono solo sciacalli in attesa di banchettare sul corpo. Ivan Il’ic è un personaggio straordinario, rappresenta e racchiude in sé la realtà umana, il suo inizio, il suo apice e la sua caduta. E questo concetto viene espresso dall’autore con una tale naturalezza tale da risultare quasi spiazzante, ovvia, pur non essendoci nulla di ovvio. Ogni altra parola, in aggiunta a ciò che ho scritto, è superflua, oppure è insufficiente ciò che ho scritto, dipende dai punti di vista. Si potrebbe parlarne per ore. Amo Tolstoj. Leggetelo.
Trama