Recensione
E’ incredibile come questo breve testo di Leonard Woolf, un centinaio scarso di pagine, marito della più famosa Virginia, riesca a trasmettere il disagio interiore che ha oppresso la scrittrice nei suoi ultimi mesi di vita. Il suo profondo malessere interiore non era dovuto solo a questioni personali, ma era da ricondurre anche alla difficile situazione storica vissuta: tutta la Prima guerra Mondiale e l’inizio della Seconda. Per lei, probabilmente, per il suo animo tormentato, è stato troppo. Leonard parla di Virginia con molta delicatezza ed estremo rispetto, scandaglia e mostra al lettore, quasi in punta di piedi, l’animo della moglie senza sminuire o colpevolizzare, anzi, a tratti sembra quasi di percepire del senso di colpa trasparire dalle sue parole per non essere riuscito a evitare il suo proposito suicida. Leonard lo sapeva, del resto lei ci aveva già provato a togliersi la vita. Virginia era una donna particolare, intelligente e fragile, ricca di contraddizioni e con un carattere non sempre facile da gestire, eppure il marito l’amava, la stimava, e non poteva essere diversamente. Toccante il finale, la lettera di addio di Virginia.
Trama
Il 28 marzo 1941 Virginia Woolf appoggia il suo bastone da passeggio sull’argine dell’Ouse e poi si getta ielle acque del fiume. La depressione che la tormenta da anni con crisi acute che durano mesi, l’ha inghiottita nell’abisso di una disperazione assoluta. Nella lettera con cui si congeda dal suo caro Léonard scrive: “Sono certa che sto per impazzire di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non mi riprenderò”. Quelli che Léonard Woolf – storico, politico, editore, saggista – racconta in questo capitolo della sua autobiografia sono gli ultimi mesi di vita di Virginia. E sono anche i mesi iniziali del secondo conflitto mondiale: prima la “strana guerra”, a partire dal settembre 1939, con la lancinante tensione dell’attesa mentre sul continente i tedeschi avanzano inesorabilmente in un Paese dopo l’altro; e poi la guerra vera con i bombardamenti su Londra, lo sfollamento, i morti. Léonard Woolf descrive e analizza gli eventi, racconta la loro vita di tutti i giorni, il suo lavoro alla Hogarth Press e per il Partito Laburista, i libri di Virginia, e i loro amici (Vita Sackville-West, Morgan Forster, Adrian Stephen e altri). E soprattutto cerca di ricostruire la discesa nell’abisso della sua amata moglie, incrociando i suoi ricordi con i brani del diario di Virginia (alcuni del tutto inediti), nella vana ricerca di una consolazione e di un sollievo dal rovello di una sofferenza profonda e di un vuoto incolmabile.