Recensione
Le catene del moralismo religioso e sociale hanno ucciso Zazà. Gli obblighi sociali che l’hanno abituata a dimenticarsi di sé, l’hanno sopraffatta, schiacciata, hanno cercato di farla diventare ciò che loro volevano che fosse. E il suo rifiuto. Zazà era la migliore amica di Simon De Beauvoir (Andrée e Sylvie nel libro) e l’unica cosa che desiderava era essere se stessa, avere del tempo per sé, per le sue passioni, per le sue aspirazioni. E amare ed essere ricambiata. Quanto male può fare la mancanza d’amore, il divieto di viversi, la carenza di considerazione, il perpetuo anelare a qualcosa di così vicino eppure così irraggiungibile? Tanto. Tantissimo. Fino a morirne. In questo breve testo, l’autrice ripercorre il tormento, la tragicità della breve vita della sua più cara amica, racconta del periodo, seppur ristretto, che hanno potuto vivere insieme. Un’amicizia che spesso sembrava, ma solo in apparenza, a senso unico. Un rapporto sincero e profondo in cui le due ragazze si davano addirittura del lei. Un legame importante per il quale Simon, per tutta la vita, ha rifiutato di accettarne la fine. Una morte così ingiusta. Questo piccolo romanzo, questa perla rimasta inedita per troppo tempo, mi ha colpito profondamente, forse perché anche io so cosa significa perdere un’amica speciale. La storia di Zazà mi è entrata sotto pelle ed è arrivata dritta al cuore, lacerandolo. E’ un testo intimo e delicato, si percepisce subito il dolore dell’autrice nel parlare dell’amica. Non è stata una lettura sofferta, anzi, tutto l’opposto, ma credo che la scrittura lo sia stata, invece.
Trama
Le inseparabili, che viene pubblicato in contemporanea con la Francia e dunque in prima mondiale, è il racconto romanzato della straordinaria amicizia tra Simone de Beauvoir e Zaza (Elisabeth) Lacoin, dal loro incontro a scuola, nel pieno della Prima guerra mondiale, alla morte di Zaza nel 1929. La narratrice Sylvie/Simone è immediatamente sedotta da Andrée/Zaza, bambina intelligente e ribelle: le due diverranno inseparabili, nonostante l’ostilità della famiglia di Andrée, un clan ultracattolico dalle tradizioni rigidissime. Ma se l’amicizia riuscirà a sottrarsi all’ambiente oppressivo in cui Andrée è costretta, lo stesso non varrà per la ragazza, schiacciata dall’annullamento dell’individualità che le è richiesto. Così la commovente storia di un’amicizia è anche una denuncia nei confronti di una società bigotta e ipocrita, incapace di accettare ciò che sfugge alla sua gretta meschineria. Simone de Beauvoir scrisse Le inseparabili nel 1954 e, pur avendo deciso di non pubblicarlo, conservò il manoscritto. Oggi, finalmente ritrovato, è una grande scoperta letteraria: sebbene Sylvie/Simone tenda nel racconto ad annullarsi nell’amica, emerge chiaramente il suo percorso, divergente, che le permetterà non solo di salvarsi, ma anche di diventare una figura fondamentale nella storia dell’emancipazione femminile nel Novecento.