Recensione
E’ di certo un po’ datato (1995) il saggio di John Douglas, agente dell’FBI fondatore dell’unità di crisi comportamentale che si occupa di studiare il comportamento di killer e serial killer attrovaerso la formulazione di un profilo personale del criminale stesso (da qui i profiler). E’ di certo questa la base di partenza da cui sono nate le serie Tv Crime (la mia preferita è indubbiamente Criminal Mind) ed è stato molto interessante questo viaggio nelle oscure piaghe della mente umana, questo approfondimento serio, che va al di là della tv o dei consueti romanzi thriller. Per me, da sempre attratta dalla criminologia (una delle cose che mi attraggono), si è aperto un mondo. Vero è che moltissimi concetti che l’autore spiega sono conosciuti e scontati, ormai, ma altri elementi che sembrano banali, alla fine banali non lo sono per niente. E comunque, credetemi, un conto è conoscere questi aspetti tramite la tv o i romanzi, dove spesso realtà e finzione si mescolano, tutt’altro è trovarli esplicati nei reali casi di omicidio che hanno riempito le cronache, dove di finzione non ce n’è neanche l’ombra e, a ben pensarci, è inquietante. Saggio veramente interessante, scorrevole, ricco di tecnicismi, sì, ma resi in modo semplice e alla portata di tutti.
Trama
C’è un solo modo per riuscire a dare la caccia ai serial killer in attività: comprendere come pensano, capirne i ragionamenti per quanto contorti, perversi e letali possano essere, e anticiparne così le mosse. Ma c’è un solo modo per entrare nella mente di un serial killer: parlare con i suoi «colleghi» e predecessori. Questa è stata l’intuizione di John Douglas, l’uomo che ha inventato il Criminal Profiling dell’FBI e che, per farlo, ha dovuto confrontarsi con le più atroci menti criminali del suo tempo. Per anni, John Douglas ha interrogato in carcere gli assassini e gli stupratori seriali, indagandone le ossessioni e le perversioni, fronteggiando in prima persona l’orrore e l’orgoglio di questi mostri, per poter dare la caccia ad altri mostri. Infinite conversazioni con uomini come Charles Manson, il più famigerato serial killer della storia. Con John Wayne Gacy, l’uomo che, vestito da clown, uccideva senza pietà. Con James Earl Ray, sicario di Martin Luther King… Questa è la storia vera e agghiacciante di un uomo che non ha avuto paura di affrontare il Male nella sua peggior incarnazione contemporanea, pagando anche un alto prezzo personale. Ed è per questo che la vita e la carriera di John Douglas sono la «bibbia» non ufficiale di tutti gli scrittori e gli sceneggiatori che hanno riscritto il concetto di «crime fiction» così come oggi lo conosciamo e amiamo.