Recensione
Non si può dire che questo libro sia un capolavoro, ma neppure si può dire il contrario. E’ di certo uno degli scritti emotivamente più sentiti di Steinbeck, che ci mostra come in guerra i veri cattivi non sono, spesso, i soldati ma chi impartisce loro gli ordini dall’alto. I soldati, anche se del nemico, sono persone comuni. Anche loro soffrono le privazioni della guerra, la lontananza dai loro cari, nutrono bisogni. Sono, nella maggior parte dei casi, uomini costretti ad ubbidire. Va da sé che lo scrittore americano non voleva giustificare nessuno, tanto meno i tedeschi della Seconda Guerra mondiale, ma inviare un messaggio, questo sì. Siamo tutti uomini soggetti al vero nemico, che non solca mai i campi di battaglia, ma demanda ad altri. E nel comunicare questo, l’autore è insuperabile. Racconta l’invasione della neutrale Norvegia da parte delle forze teutoniche con grande maestria e sensibilità, mettendo in risalto la debolezza umana e di spirito degli invasori, in netta contrapposizione con la dignità, la forza d’animo e la strenua combattività degli oppressi. Grandissimo personaggio è il sindaco della cittadina: fiero del suo popolo, che difende fino alla fine. Amo Steinbeck.
Trama