Recensione
Ho sentito diverse e discordanti opinioni su questo autore: che è un genio; che non è male ma è troppo crudo nelle descrizioni dei crimini; che non è né meglio né diverso da tanti altri autori di genere; o ancora che è uno dei migliori scrittori di thriller in circolazione negli ultimi anni. Ora, premettendo che questo è il primo libro che leggo di MacBridge (e ne leggerò altri), non mi trovo in accordo con nessuna di queste affermazioni. Di sicuro non è un genio, e neppure il migliore scrittore di thriller in circolazione (prima di lui ne annovereri altri) e di certo le sue descrizioni non sono così dirette e dettagliate (ho letto di peggio). Come autore non mi fa impazzire. Mi ha intrigato, sì, e mi ha coinvolta in questa storia, ma da qui a dire che è il top… ne passa di acqua sotto i ponti. Ad ogni modo, il detective McRae mi è piaciuto molto. L’ho trovato realistico e umano, con i suoi pregi e i suoi difetti. Non vuole fare l’eroe a tutti i costi, anzi, è un persoanggio che ragiona con il lettore e gioca d’intuito, a volte sbagliando. La storia è ben orchestrata ed è abbastanza dinamica, anche se avrei preferito maggior suspence e colpi di scena, soprattutto nel finale. L’ambientazione è molto cupa, uggiosa, e gli argomenti, così come le descrizioni delle scene, molto cinematografiche, rimandano a serie televisive crime di culto molto apprezzate, almeno da me. Bravo MacBridge.
Trama
La città è gettata nel panico da una catena di orrendi omicidi di bambini. I giornali parlano di un serial killer pedofilo, mettendo in discussione le capacità investigative delle forze dell’ordine e demolendo il senso di sicurezza dei cittadini. Tutto ha inizio in una tipica giornata scozzese: piove (come sempre ad Aberdeen) e, malgrado il suo orario di lavoro sia finito da un pezzo, il sergente McRae è impegnato con altri esperti a ricostruire la scena del delitto. In un sacco di plastica giace il corpo del piccolo David Reid (quattro anni non ancora compiuti); una domanda inquietante tormenta il cervello del protagonista: “E adesso, come racconterò tutto questo alla madre?”. David Reid è solo il primo delle piccole vittime del serial killer pedofilo, nella caccia all’uomo più pericolosa che Logan abbia mai affrontato. Il collezionista di bambini è un thriller coraggioso, che esplora uno dei temi più delicati e sconvolgenti della nostra società, una delle paure più forti e diffuse degli ultimi tempi: la pedofilia. La violenza con cui il protagonista deve fare i conti, la crudeltà dei carnefici e il terrore delle vittime sono descritti con uno stile penetrante, capace di scuotere il lettore fino al midollo.