Recensione
La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è stato sicuramente l’incipit; la seconda è stato, invece, un particolare legato all’incipit, ovvero l’idea della protagonista, Loveday (bellissimo nome) di tatuarsi sulla pelle gli incipit dei libri, classici, per lei più significativi per ricostruire e ricordare la storia della sua famiglia e della sua vita. Infine, la terza ed ultima cosa che mi ha colpita è stato il perdono e la voglia di ricominciare. Ad essere onesta, però, se osservo l’altro lato della medaglia di questo romanzo, fino ad un certo punto della storia avrei abbandonato volentieri la lettura. Troppo lenta, troppo banale, troppo scontata. Poi, ad un tratto, inaspettatamente, la svolta. La storia ha assunto tutt’altra forma, la piega, per così dire, si è totalmente ribaltata e la delicatezza e la profondità sono entrate in gioco cambiando completamente volto al romanzo. Mi ha stupita. Commosso. Loveday è un personaggio intenso e particolarmente emotivo, insicuro e fragile, ma anche forte e deciso, dotato di un’immensa voglia di riscatto e di dimostrare a sé stessa e agli altri che ce la può fare. Resta comunque scontato, a mio avviso, il finale. So che i lieto fine sono sempre molto apprezzati e piacciono a tutti, ma spesso, come in questo caso, risultano un po’ irreali, da fiaba, una sana e tanto desiderata botta di fortuna che purtroppo spesso nella realtà si realizza di rado, molto rado. Nel tanto male che la protagonista ha subio, ha ricevuto anche tanta fortuna ed è facile riscattarsi e ricominciare quando la Dea bendata ti sorride amorevole.
In ogni caso, il libro è un grande inno alla poesia e alla letteratura, al potere benefico dei libri e della lettura, di quella che salva, e solo per questo, per questo unico motivo, vale la pena di leggerlo.
Trama
Nel cuore di York, nel Nord dell’Inghilterra, c’è una piccola e fornitissima libreria. È il rifugio preferito della giovane Loveday Cardew. L’unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. Perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina; la gioia di vivere di La fiera della vanità; le passioni travolgenti di Cime tempestose. Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche la sua infanzia, divisa tra una madre assente e una donna che ha cercato di esserne il sostituto. Un’infanzia piena di ricordi difficili. Loveday non ha la minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continuare a nascondersi e a fare finta di niente: se vuole costruirsi un futuro diverso, migliore, deve affrontare il passato che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle. Al suo fianco, pronto ad aiutarla a raccogliere tutto il coraggio di cui ha bisogno, c’è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba, l’unico che sembra conoscere la strada per arrivare al suo cuore. A poco a poco, con i suoi versi pieni di speranza, riesce a scalfire il guscio che Loveday si è costruita intorno e a regalarle la promessa di una felicità che lei, in fondo, non vede l’ora di afferrare. La libreria dove tutto è possibile è un esordio brillante e originale che ha saputo conquistare il cuore dei librai di tutto il mondo. Nessun’altro romanzo è riuscito a dipingere in modo altrettanto emozionante e delicato la realtà quotidiana di una libreria e la passione di un libraio che, da custode della letteratura, ne fa dono a piccoli e grandi lettori. Perché la libreria è il luogo giusto per trovare la risposta a tutte le nostre domande: basta saper ascoltare e fidarsi di quello che i libri hanno da raccontarci.