Recensione
Ho iniziato e terminato questo breve romanzo gotico in appena un’ora e mezza e devo dire che per quanto, almeno stando a ciò che è scritto nella postfazione, sia considerato un classico inglese di inizio Novecento, non mi ha trasmesso nulla. In esso sono presenti richiami alla spiritualità e al soprannaturale, al misticismo e all’esoterismo. Tre quarti della storia narrata presenta un’ambientazione onirica che, forse voluto, forse no, strizza l’occhio all’opera del collega tedesco Arthur Schinitzler, Doppio sogno, mentre il restante quarto è in un manicomio di cui non si sa nulla, né dei pazienti né di come è fatto, zero descrizione. Non so, forse sono io ma non ci ho trovato nulla di speciale.
Trama
Nel racconto di un alienato a un altro se stesso, la lotta dilaniante e mortale per strapparsi ai luoghi che da sempre generano terrore allo stato puro: i propri sogni.