Devo essere onesta. Questo libro mi ha incuriosito subito, non per la copertina o per il titolo, forse un po’ lungo e che già fa presagire quale sarà l’argomento principale e l’ambientazione storica, ma da quando sbirciando la trama ho appreso che le donne incaricate dal Reich di assaggiare il cibo del Fuhrer per scongiurare attentati alla sua vita con del veleno erano cittadine tedesche chiamate a sacrificare la propria vita per il bene dell’impero nazionalsocialista, come un padre che manda a morire i suoi stessi figli per salvarsi la pelle e poi li elogia con uno zuccherino (buon cibo, inviti a tè di società e matrimoni con generali e capitani delle SS) mentre le loro famiglie, i loro amici e i loro conoscenti muoiono sotto lo bombe alleate che distruggono Berlino. A mio torto, mi sarei aspettata che un simile terrificante compito spettasse alle donne ebree, ma mi sbagliavo. Al servizio di Adolf Hitler (Newton Compton Editori, p. 352) è la perfetta e spaventosa (per ovvi motivi) unione tra verità storica e finzione narrativa ed è, come da note di fondo dell’autrice, liberamente ispirato alla vera storia di Margot Wölk, una delle assaggiatrici di Hitler che, come la protagonista del romanzo, Magda Ritter, ha tenuto nascosta la sua ex professione fino ai 95 anni, cercando di dimenticare i momenti e i giorni trascorsi accanto al dittatore. È una delle tante facce della medaglia di cui sono fatte le atrocità del Reich, che non infliggeva dolore e sofferenze solo ad ebrei e a chiunque considerasse traditori o pericoloso per la razza ariana, ma anche al suo stesso popolo, ai tedeschi. È un romanzo potente questo della Alexander, dove purtroppo ci sono solo vinti. Scritto magistralmente, fluido e dinamico non annoia mai, non ha momenti di pausa o stasi, l’adrenalina sale pagina dopo pagina, intrigo dopo intrigo e la paura per la giovane Magda aumenta con l’avvicinarsi della fine del dominio di Hitler. La suspense, soprattutto nei giorni clou del conflitto, e che corrispondono agli ultimi capitoli, è tangibile e staccarsi dal libro, per il lettore, risulta impensabile.Cinzia Ceriani