Due sono gli elementi che, almeno secondo la mia personale opinione, colpiscono di più dei libri di Tom Drury: la prosa e l’ambientazione. La prima ancora più della seconda. Fresca, lineare, limpida, decisa e concisa, senza fronzoli, ed è esattamente così, con le stesse caratteristiche, che si presenta anche il contesto campagnolo, tipico di alcune zone rurali d’America, in cui sono inseriti i personaggi. Un’ambientazione che, non so per quale motivo ma così è stato, mi ha ricordato le atmosfere di Steinbeck. A caccia nei sogni (pp. 121, NN Editore) è il secondo capitolo della trilogia di Grouse County e della famiglia Darling (La fine dei vandalismi, A Caccia nei sogni e Pacifico) e pur ammettendo, con mio sommo rammarico, di non aver ancora letto il primo libro, ho trovato questo secondo romanzo completo e autoconclusivo, senza lacune esplicative riconducibili per forza di cose al precedente volume. Una lettura piacevole e coinvolgente, che scorre via veloce ma che pecca un po’ sulla trama, che ho trovato poco originale e lenta. In fondo tutti noi siamo alla continua ricerca di qualcosa, esattamente come i personaggi di questa storia, mai contenti, mai soddisfati, sempre tarlati da quella continua sensazione di qualcosa che manca, da adulti come da adolescenti o bambini. Un tema che, forse perché si tratta di una peculiarità insita nella natura umana, si trova in moltissimi libri e romanzi, nei classici e nei moderni, nella narrativa, nei thriller e nei fantasy, cambia solo il soggetto della ricerca e il modo di affrontare questa stessa ricerca. Che sia un fucile o un punto da cui cominciare, oppure una paura da sconfiggere, poco importa, l’importante è toccare le corde giuste dell’animo umano, di chi legge, non farlo sentire solo, esploratore errante dei desideri più reconditi. E’ vero anche che, proprio per lo stesso motivo, da un lato è più facile per il lettore immedesimarsi e dall’altro è un modo più diretto per lo scrittore di far giungere il suo messaggio e parlarne attraverso la sua storia. I personaggi di Drury sono semplici e allo stesso tempo complicati, vanno capiti e interpretati, fin dai loro gesti e dai loro sogni, apparentemente superficiali. Dietro il desiderio di Charles di possedere “quel” fucile, c’è molto di più di un capriccio ereditario; così come c’è molto di più anche dietro la paura del buio di Micah, della voglia di evasione di Joan o della volontà di metter radici di Lyris. Se cercate un’occasione per riflettere, per mettervi comodi e vivere qualche ora di “ricerca condivisa” con personaggi unici, questa storia è quella che fa per voi.
Cinzia Ceriani