Ispira simpatia sin dalle pagine iniziali Riccardo Magris, protagonista indiscusso de L’esatto contrario, primo romanzo dell’editore Giulio Perrone (Rizzoli, pag. 235).
La vita di Riccardo si snoda nell’Urbe, spesso in vespa, tra piazza dei Sanniti, piazza Barberini e san Lorenzo, “un paesone multietnico e incasinato” con il minimarket dei cingalesi e l’abituale bar, in cui con gli amici segue le partite della Roma, amata quasi più delle donne che ha avuto. Non tantissime, a dir la verità, in quanto a 35 anni risulta essere stato abbastanza inconcludente, in amore e pure sul lavoro . Ha lasciato infatti la facoltà di giurisprudenza per un costosissimo master in giornalismo e comunicazione, ma si ritrova a sbarcare il lunario scrivendo recensioni su “TuttoGiallo” (un infimo giornale di nera, diretto da Dora, con la quale ha avuto una storia), presentando settimanalmente una rubrichetta radiofonica calcistica e percependo l’affitto da due bizzarri coinquilini che, a differenza dei precedenti, tollerano il suo pressapochismo, la scarsa igiene generale, l’incoerenza, la mancanza di progettualità e ambizione. Difetti per i quali anche la fidanzata storica, Gaia, lo ha lasciato: “Sei un ragazzino. Immaturo e inaffidabile”. Il protagonista però non se la prende più di tanto e con candida sincerità confessa di non aver mai voluto essere un eroe, trovando utile, di fronte ai problemi, mescolare una rogna con qualcosa di piacevole. Riccardo dunque, anche se non sembra proprio un giornalista d’assalto, cerca di diventarlo, sfruttando forse la sua unica vera dote, cioè l’attenzione per tutti i tipi di dettagli, quando al tg sente una notizia che lo catapulta al tempo degli studi universitari: Morelli, all’epoca professore di giurisprudenza, accusato dell’omicidio nei bagni della facoltà della “sua” Silvia Rusconi, è stato trovato morto dopo l’uscita dal carcere. “Non si tratta più solo di curiosità o lavoro: qualcosa mi sta chiamando personalmente, qualcosa d’incontrollabile che mi spinge a indagare a fondo”. E così, tra i battibecchi spesso coloriti con Dora, la scarsa simpatia per l’ostentata perfezione dei capelli e dei modi di fare del sostituto procuratore De Biase, l’amicizia con Miranda, sosia quasi perfetta della deceduta sorella maggiore, la misteriosa Christina e un ritrovato (sarebbe più corretto dire rubato) diario di Giulia, Riccardo si butta in quest’avventura non solo in cerca di indizi e verità, ma forse anche di una svolta per la sua vita. Una vita che, anche se non è il massimo, comunque gli piace, e tutti noi con le nostre esistenze non perfette o come vorremmo che fossero, possiamo rispecchiarci in questo personaggio perché spesso, come lui, siamo inadeguati al compito che ci siamo prefissi.
Se Riccardo con i suoi gesti goffi e le battute sarcastiche, semplicemente pensate ma il più delle volte espresse, costituisce l’aspetto più gustoso e ironico del romanzo, occorre evidenziare che, sapientemente dosati dall’autore nel corso dello svolgersi della vicenda, possiamo trovare anche mistero e tensione. Il thriller infatti, risulta ben costruito con gli indizi forniti qua e là in caratteri corsivi tra le pagine, a volte guidandoci, altre traendoci in inganno, perché la realtà molto spesso non è come appare e solo fidandoci come Riccardo del nostro intuito o, come lui, non mollando gli impegni presi verso noi stessi, possiamo giungere alla verità, che molto spesso è l’esatto contrario di ciò che abbiamo in mente.
Un giallo per tutti, che saprà interessare gli appassionati del genere e non solo.
Lara Massignan