Salvatore e Giulia: la storia di un forte legame che, nato d’estate a Lampedusa quando erano ragazzini e alimentato da numerose lettere racchiuse in una busta rosa spedite a Salvatore, attraversa fasi alterne nel loro percorso di crescita verso l’età adulta. Salvatore e Alida: accomunati dalla scelta difficile di abbandonare l’isola in cui abitano, confidando in maggiori possibilità a Milano; la paura di lui di non farcela scacciata dal bisogno di crederci, dalla grinta e dal sostegno di lei. La bellissima Lampedusa (“un’isola è libertà e prigione”), mai direttamente nominata, immersa nell’acqua blu e trasparente del Mediterraneo, battuta dai venti, carica di profumi, arsa dal sole, è l’incipit del romanzo Le tartarughe tornano sempre (Feltrinelli, pp. 216) di Enzo Gianmaria Napolillo, e rimane presenza costante in tutta la narrazione, nascosta nei ricordi, ancorata nella nostalgia dei colori, della salsedine, degli aromi, degli affetti, quando la vicenda porta Salvatore e Alida nel capoluogo lombardo (Giulia ci abita e a Lampedusa va “solo” a passare le vacanze). La città si presenta tristemente monocromatica, con i palazzi resi grigi e tutti uguali dallo smog, dalla nebbia, dagli sguardi indifferenti della gente sempre di fretta. A questi ingredienti di un tormentato viaggio fisico e, ancor più, interiore, dei protagonisti alla ricerca di realizzazione lavorativa e sentimentale, se ne aggiunge un altro, estraneo ma fondamentale per le loro scelte e per il futuro dell’isola: la presenza dei migranti, che approdano a Lampedusa molte volte privi di vita. Salvatore e Giulia, poco più che ragazzini, porteranno inciso nel cuore e nella memoria il ricordo dell’avvistamento e del recupero, sulla spiaggia di Punta Tonnara, del corpo esanime di un bambino, “un sacco dotato di braccia e gambe, che le onde divaricano facendolo somigliare a una marionetta che li saluta”, e questo episodio determinerà, dapprima inconsapevolmente, poi in modo sempre più chiaro e deciso per entrambi, le loro scelte esistenziali. Si arriva alla fine di questo romanzo arricchente e scritto divinamente con un subbuglio di emozioni nel cuore e riflessioni in testa: felicità, commozione, considerazioni legate alle scelte effettuate dai protagonisti… La trama e la costruzione dei personaggi, le cui vicende sono ben delineate in paesaggi quasi palpabili e nel percorso di crescita, con il susseguirsi di sogni, momenti di smarrimento, studi, opportunità lavorative, incontri, gioie e sofferenze familiari e sentimentali, sono avvincenti, mai scontate. L’autore le tratteggia con poesia, sensibilità e coinvolgimento, soprattutto verso il tema delicato e attualissimo dell’immigrazione, confermandosi, con questo secondo romanzo, scrittore maturo e profondo. Lara Massignan