Autore: Loredana Limone
Genere: Narrativa
Prezzo: € 15,90
E-book: € 9,90
Data pubblicazione: 2015
387 pagine
Editore: Salani
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Trama
A Borgo Propizio va in scena la vita che, si sa, è fatta di cose belle e di cose brutte.
Cose belle il borgo ne ha tante da sfoggiare da quando è risorto a nuova vita, con il Castelluccio restaurato e le imbellettate case del contado, ora affacciate sull’elegante pavé a coda di pavone della piazza del Municipio, e con l’elettrizzante fermento culturale che si respira già fuori della cinta muraria e che sicuramente fa rodere il fegato a fior di città d’arte.
Ma un giorno qualcosa di molto brutto, un violento sisma, arriva inclemente a distruggere ampia parte del centro storico, gettando nella disperazione i propiziesi che tanto amano il loro paese. La villa del Comune sembra una scatola con il coperchio sfondato; il pavé è sprofondato quasi agli inferi; i lampioni, ora ciechi e senza luce, con le bocce frantumate, appaiono piegati alla catastrofe; le botteghe e le abitazioni sono squarciate, orri¬bilmente. Felice Rondinella, appassionato sindaco, vive l’immane disastro come un fallimento personale, e Padre Tobia si sente troppo stanco per portare il peso della croce. Perché non si tratta solo del terremoto: al borgo i peccati sono diventati incontenibili e le confessioni scandalo allo stato puro. Non si capisce più nulla, tutto è sottosopra.
L’unico fatto certo è che il professor Tranquillo Conforti trovato a terra nella Viottola Scura non ha avuto un infarto scappando via, spaventato dalle scosse, ma è stato ucciso. Un assassino a Borgo Propizio? La faccenda si complica…
Loredana Limone
Loredana Limone, napoletana di nascita e milanese per matrimonio, dopo una decina di libri che spaziano tra fiabe e gastronomia, ha esordito nella narrativa con Borgo Propizio (Guanda 2012, Tea 2013), creando un luogo dell’anima molto amato dai lettori. Premiato con la menzione speciale al Premio Fellini 2012, è stato tradotto in Spagna, Germania e Bulgaria, così come il secondo della serie: E le stelle non stanno a guardare (Salani 2014, Tea 2015).