Recensione
Devo essere onesta. Più di una volta, durante la lettura di questo libro, ho pensato di appelarmi al sacrosanto diritto di ogni lettore di interrompere la lettura e di riporlo sullo scaffale, poi, però, mi sono detta: “no, continuiamo, magari migliora…” Mi sbagliavo. E arrivata a oltre tre quarti della storia ho deciso di mollare. Neppure nelle fasi finali, di solito la centrale e quella più interessante, il libro mi ha preso e coinvoto. La storia scorre lenta e noiosa, a tratti, soprattutto nei primi capitoli, sembra un resoconto di anatomia legale, un testo scolastico. La vicenda narrata, per quanto supportata da una protagonista forte e “disturbata”, è banale, sembra una puntata di C.S.I., e una di quelle malriuscite oltre tutto. E’ un thriller scialbo, privo di quella scarica di adrenalina e di suspance tipica dei romanzi di questo genere.
Trama
Quale segreto nasconde la dottoressa Maria Krause? Medico legale a Copenhagen, molto stimata nell’ambiente in cui lavora, Maria è una donna sola, schiva e scontrosa, con un marito assente e un passato oscuro. La sua unica amica è Nkem, chimico forense della Scientifica, che da sempre la aiuta nelle indagini. Soltanto lei è a conoscenza di una verità inconfessabile che riguarda Maria: vent’anni prima è stata violentata, è rimasta incinta e ha abortito, ma la sua mente, stravolta dal trauma, si è inventata una figlia immaginaria. Nkem non può fare molto per l’amica, se non convincerla a trasferirsi con lei a Odense, una cittadina di provincia dove ha sede un istituto di medicina legale. E il suo sostegno si rivelerà indispensabile, soprattutto quando la Krause si troverà alle prese con l’omicidio di una diciannovenne che è stata strangolata e presenta strane macchie rosse sul collo. Quella ragazza le ricorda inspiegabilmente il frutto della violenza subita…