Una strada tranquilla di Seraphina Nova Glass, thriller statunitense portato in Italia da Fazi Editore e pubblicato pochissimi giorni fa, è un romanzo la cui recensione mi mette un po’ in difficoltà.
Definito thriller “domestico” per l’ambientazione e i personaggi coinvolti, non mi ha entusiasmato granché, più che altro mi sembrava di essere capitata dentro una puntata di Disperate Housewife.
La storia procede lenta, priva di suspense e troppo focalizzata sui drammi matrimoniali e personali, tra tradimenti e presunti divorzi. Gli unici momenti di reale interesse sono il prologo e la parte finale, in cui la storia assume dei connotati lievemente più intriganti.
Interessante, della trama, è la parte di storia che riguarda Giorgia, i maltrattamenti, il marito dominante l’annullamento a cui la sottopone, l’unico elemento davvero inerente al genere, a mio avviso, e l’indagine improvvisata di Page legata all’evento descritto nel prologo, anche se avrei preferito che l’intento del personaggio fosse ben chiaro fin da subito.
Non so… un romanzo corale che nel suo insieme mi è sembrato un po’ insipido nonostante le buone premesse e i personaggi che oscillano costantemente tra luci e ombre, tra i tipici pettegolezzi di quartiere e una morte che non sembra poi così casuale, tra un matrimonio ormai allo sfacelo e rapporti di malata perversione che sfociano nel criminale. Una dicotomia, contesto domestico e criminalità, che non mi ha convinto fino in fondo.
Cinzia Ceriani
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