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Recensione
Lily – Storia di una vendetta di Rose Tremain è un romanzo storico emozionante in cui è difficile non empatizzare con la protagonista, le sue angosce e i suoi timori in una Londra vittoriana oscura e senza scrupoli per nessuno. E questo è il maggior pregio del libro. Abbandono, vendetta, ossessione, cattiveria e senso di rivalsa sono gli elementi alla base di questo romanzo che un paio d’anni fa è stato apprezzato in ogni dove, tanto che mi sono persino chiesta quali meraviglie letterarie nascondesse. In realtà, di per sé il libro non è male, è una storia coinvolgente e densamente emotiva che si fa leggere e accompagna il lettore in quelle fumose e lugubri atmosfere un po’ alla Dickens, ma non l’ho trovato né più né meno differente da tanti altri della stessa sorte, insomma, tutto il clamore che l’ha circondato era un po’ esagerato, a mio avviso. Inoltre la scrittura dell’autrice, per quanto fluida e scorrevole, risulta poco accattivante e a tratti “sempliciotta” e banale. Non fraintendetemi, è un romanzo assolutamente godibile, un ottimo intrattenimento, ma non aspettatevi un capolavoro, come l’ho visto dipingere sui social, né tantomeno un finale preciso. La storia si conclude in modo indefinito, con decine di strade che la protagonista, Lily, può scegliere di percorrere con le relative conseguenze, ovviamente. Tuttavia, noi lettori non lo sapremo mai.
Trama
Appena partorita, in una notte d’inverno del 1850, la piccola Lily è stata abbandonata ai cancelli di un parco londinese, in balia dei lupi e del gelo notturno. Salvata per caso da un agente di polizia, ha conosciuto per breve tempo il conforto di una casa, prima di essere rigettata nel crudele mondo delle istituzioni vittoriane. Ad attenderla, ora che è cresciuta, c’è la salvezza o la rovina? Cosa accadrà quando l’uomo che le fa battere il cuore scoprirà che Lily è un’assassina? C’è chi passa la sua prima notte di vita in una morbida culla, circondato dall’affetto dei genitori, e chi invece no. Lily Mortimer è stata infilata in un sacco e lasciata ai cancelli di un parco, esposta al gelo e alle bestie feroci. Si è salvata solo per il passaggio fortuito di un giovane agente di polizia. Affidata alle cure amorevoli di una contadina, ha trascorso i suoi primi sei anni di vita tra i luminosi campi del Suffolk, ma poi, come prescritto dalla legge, il grigiore di Londra e la freddezza dell’orfanotrofio l’hanno reclamata indietro. Punizioni, cattiverie e soprusi sono stati a lungo la quotidiana ricetta del Foundling Hospital per soffocare ogni ribellione di Lily e degli altri bambini orfani e indigenti come lei. Ora, a quasi diciassette anni, la giovane è finalmente libera e, grazie alle sue doti nel cucito, ha un impiego gratificante in un emporio di parrucche. In più, un sorriso gentile ogni domenica in chiesa la conforta: che il futuro le riservi finalmente l’attesa serenità? Ma il passato non allenta la morsa su di lei. La assillano sempre gli stessi orribili ricordi, il senso di colpa e la paura della forca. Perché nessuno ancora lo sa, ma Lily è un’assassina…
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