Home » L’erede di Camilla Sten

L'erede di Camilla Sten

Prosopagnosia, ovvero l’incapacità di riconoscere i volti delle persone, anche di quelle conosciute. È questa la leva sfruttata dal colpevole. Una particolarità che rende la protagonista de L’erede di Camilla Sten (Fazi Editore, pp. 360), Eleanor, estremamente suggestionabile e manipolabile. Un testimone perfetto, che ogni assassino sogna di avere: inconsapevole e completamente “cieco”, in un qualche modo. Dopo Il villaggio perduto, la scrittrice svedese torna con un altro romanzo dalle vibrazioni molto simile al precedente: mistero, un omicidio su cui far chiarezza, un luogo isolato dominato da energie negative e un passato oscuro in cui nulla di ciò che è accaduto veramente è ciò che sembra. Questo romanzo lo si può definire in due sostanziali modi: una storia drammaticamente familiare dalle inaspettate tinte thriller, oppure un thriller familiare, dipende da quale delle due facce della medaglia lo si vuole guardare. So che detto così sembra la stessa cosa, ma in realtà non lo è e la differenza è molto, molto sottile. In ogni caso, i due elementi, la storia della famiglia di Eleanor e lo sviluppo della trama secondo le tipiche caratteristiche del genere, sono ben equilibrati e intrecciati tra loro, la tensione la si taglia letteralmente con il coltello o con le forbici, per essere più aderenti alla trama, capitolo dopo capitolo e la curiosità di capire e incastrare ogni singolo pezzo cresce sempre di più. Temi come il tradimento, la sofferenza emotiva e l’abbandono sono il motore di ogni singola azione dei personaggi. L’unica a non avermi convinto molto è Vivianne, la nonna di Eleanor, della quale non posso dire granché senza fare spoiler, posso però affermare che una situazione che ruota attorno a lei l’ho trovata un po’ forzata. Sorprendente il finale. Mentre nel romanzo precedente, benché mi fosse piaciuto, l’ho trovato un po’ troppo semplicistico e stentato, in questo invece mi ha lasciato letteralmente senza parole. Non tanto per l’identità del colpevole, quanto per l’assassinio in sé di Vivianne (lo si dice nella trama in quarta di copertina), e qui mi fermo per non fare spoiler (di nuovo), lo saprete se lo leggerete. Fatto sta che ho continuato a pensarci per giorni una volta terminata la lettura. Con questa seconda storia Camilla Sten ha dimostrato di saper fare molto: trama intricata, suspence sempre alta, emotività del lettore sempre nel mirino e personaggi ben costruiti, ma diciamolo, il punto forte dei suoi libri è l’atmosfera cupa e inquietante che riesce a creare, è questo che cattura e avvince il lettore.

.

Cinzia Ceriani

Se volete acquistarlo lo trovate qui

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *