Recensione
Sto pensando di Finirla qui di Iain Reid è un romanzo che quest’estate è stato onnipresente sul web. Unanime le opinioni in merito: disturbante, inquietante, assurdo, vi provocherà crisi d’ansia, non vi farà dormire la notte, ecc…
E io ho pensato: “Ma sì, perché no? Un po’ di adrenalina non guasta mai.” E così ho comprato l’ebook e l’ho letto. Sbagliando. Di grosso. Avevo aspettative? Sì, ma neppure più tanto vista la pubblicità. Fatto sta che il mio pensiero finale è stato: “Tutto qui? E quindi? Esattamente, cos’è che avrebbe dovuto farmi venire le crisi d’ansia e non dormire la notte?” L’adrenalina ho dovuto cercarla con il lumicino.
Un romanzo vago e inconcludente, che termina senza una spiegazione, senza un’intuizione, un’idea né precisa né approssimativa, nulla. Zero assoluto. Non si capisce dove si vuole andare a parare. Gli intercalari dialogati interrompono la continuità narrativa principale e non si sa neppure di chi siano, chi sia a parlare. Ogni cosa si svolge nella testa della protagonista: ok. Ripeto: “E quindi?” E’ pazza? Perché sta immaginando tutto questo? Qual è la causa scatenante? Si tratta di ricordi o sta vivendo in quel momento ciò che racconta? Mancano un sacco di elementi utili, oserei dire indispensabili. Non è sufficiente costruire una storia giocando semplicemente con un evidente disagio psicologico che non ha né capo né coda. Per me, so che è una grande, enorme unpopolar opinion, ma è un altrettanto gigantesco no. Spero solo che il film che Netflix ne ricaverà sia migliore.
Trama
Interno degli Stati Uniti. Una statale silenziosa e vuota, solo profili piatti che si ripetono, un’altalena, un granaio, pecore ferme nella luce del pomeriggio, fienili e campi. Seduta in macchina, sotto la musica country trasmessa dalla radio, la ragazza di Jake guarda la campagna e continua a pensare che deve farla finita con lui; anche se Jake, con quella sua aria svagata e le conversazioni interessanti, in fondo le piace.Ora sono di ritorno dalla casa dei genitori di lui, una fattoria sperduta dove lei ha incontrato per la prima volta quella coppia singolare e visto i recinti lugubri degli animali, un incontro che le ha lasciato addosso una sensazione inafferrabile, come di chi avesse varcato, per il tempo di una sera, la scena di un’allucinazione altrui. Un disagio che peggiora quando Jake, nel mezzo di quel luogo desolato mosso solamente dalla neve in aumento, si ferma in una gelateria, un edificio che emerge, fluorescente, dal buio, le vetrine sbiancate dai neon, e un attimo dopo imbocca una stradina secondaria, parcheggia davanti al suo vecchio liceo chiuso e sparisce all’interno della scuola. Per la sua ragazza, lasciata sola in macchina, ha inizio allora un altro percorso, vertiginoso, nel versante più oscuro della realtà, dove scoprire che fine ha fatto Jake fornirà finalmente la risposta, del tutto imprevedibile, a cosa sia accaduto davvero in questo silenzioso viaggio a due.
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