Con l’americana Shirley Jackson non ho un rapporto sempre idilliaco, non amo tutti i suoi scritti, anche se in realtà non ne ho letti molti e dopo la delusione di inizio anno con Paranoia dove, a parte il primo racconto, ho trovato i restanti noiosi e di scarso appeal (e qui so che mi arriveranno secchiate di critiche), ho di nuovo riacquistato fiducia in questa autrice grazie a La strega, una mini antologia di 5 racconti (in totale 66 pagine) edita di recente da Adelphi che mi ha letteralmente conquistata e che ho divorato in neanche un’ora. Le scintille hanno iniziato a partire già subito dopo aver letto il piccolo estratto presente nell’aletta della quarta di copertina. Una folgorazione. E, ricordo di aver pensato, se i racconti promettono anche solo la metà di questo piccolo estratto… insomma mi ero fatta delle aspettative altissime riguardo a questo piccolo volume che, una volta terminato, non sono state affatto deluse, anzi. I racconti contenuti hanno il potere di entrare nella testa del lettore e scavarci dentro come un tarlo, costruirci il nido e obbligarlo così a continuare a pensarci, probabilmente per trovarci una plausibile spiegazione. Sono racconti insoliti, bizzarri e che all’apparenza non hanno una reale conclusione. Grande è l’abilità dell’autrice di farci percepire la follia, il disagio psicologico e il lato oscuro dei personaggi in pochissime righe, dense però di narrazione diretta e sintetica che arriva dritta al punto e senza sconti per nessuno, con finali incerti e ben studiate frasi ad effetto per creare il giusto colpo di scena. I bambini, i ragazzini e le donne sono i protagonisti, anime buone e innocenti per eccellenza, gli angeli del focolare dietro cui si nasconde l’oscurità che striscia come una serpe. Intrigante, letteralmente da assuefazione (ho già voglia di rileggere il libro) e astuto. Una delle migliori letture della Jackson che ho fatto finora.
Cinzia Ceriani