Recensione
Il romanzo è una divertente e intrigante commedia degli equivoci la cui narrazione si sviluppa nell’arco di circa ventiquattro ore. La protagonista, Miss Pettigrew, è una donna di mezza età alle prese con la ricerca di un lavoro stabile, o quanto meno che le permetta di pagarsi l’affitto e le spese. È una donna energica e dinamica che, per quello che si potrebbero definire una serie di s-fortunate circostanze, trova il suo lieto fine, anche sentimentale. Di sicuro mi aspettavo qualcos’altro, non so bene cosa, forse una storia meno ironica e “ridicola”, in alcuni punti ho faticato a rimanere concentrata, troppo monotonie ripetitivi certi episodi, nonostante il ritmo, nella seconda metà del libro, acquisisca tutt’altro andamento, diventi più veloce e cadenzato. La stori, come dicevo, è divertente e scanzonata, né l’autrice né i personaggi si prendono troppo sul serio, anzi, esattamente il contrario. Molte parti della narrazione suonano un po’ come una canzonatura alla tipica vita borghese-agiata. È una buona lettura d’intrattenimento, ideale per trascorrere qualche ora di spensieratezza.
Trama
È una fredda, grigia, nebbiosa giornata di novembre degli anni Trenta a Londra e Miss Pettigrew, il cappotto di un indefinibile, orrendo marrone, l’aria di una spigolosa signora di mezza età e un’espressione timida e frustrata negli occhi, è alla porta di un appartamento al 5 di Onslow Mansions, in uno dei quartieri più eleganti della capitale inglese. Stamani si è presentata come sempre al collocamento e l’impiegata le ha dato l’indirizzo di Onslow Mansions e un nome: Miss LaFosse. L’edificio in cui si trova l’appartamento è tanto esclusivo e ricercato da metterle soggezione. Miss Pettigrew coi suoi abiti logori, il suo mesto decoro e il coraggio perduto nelle settimane trascorse con lo spauracchio dell’ospizio dei poveri, suona ripetutamente prima che la porta si spalanchi e appaia sulla soglia una giovane donna. È una creatura così incantevole da richiamare subito alla mente le bellezze del cinematografo. Miss Pettigrew sa tutto delle dive del cinematografo: ogni settimana per oltre due ore vive nel mondo fatato del cinema, dove non ci sono genitori prepotenti e orridi pargoli a vessarla. Miss LaFosse la fa entrare e poi scompare nella camera da letto, per ricomparire poco dopo seguita da un uomo in veste da camera, di una seta dalle tinte così abbaglianti che Miss Pettigrew deve socchiudere gli occhi. In preda all’ansia, stringendo la borsetta fra le dita tremanti, Miss Pettigrew si sente sconfitta e abbandonata prima ancora che la battaglia per l’assunzione cominci, ma anche elettrizzata.