Secondo capitolo della serie thriller incentrata sullo psicologo forense Cyrus Haven e l’emblematica Evie Cormac e secondo, adrenalinico successo per l’australiano Michael Robotham. La ragazza che viene dal buio (Fazi editore, pp. 448) è l’ideale seguito di uno dei due principali filoni narrativi di Brava ragazza, cattiva ragazza, edito sempre Fazi. Con una scrittura lineare e asciutta l’autore ci regala un thriller emozionale davvero difficile da non amare, è impossibile non provare affetto, e voglia di abbracciarla, per Evie, la sfuggente ragazza la cui vita è stata costellata, fin da piccola, da abusi, crudeltà e scene a cui nessun bambino dovrebbe assistere. Evie non è né cattiva né egoista né tantomeno “problematica”. Evie tenta soltanto, a modo suo, di sopravvivere un giorno alla volta, di superare gli shock subiti e andare avanti. E Cyrus lo sa bene, anzi, lui è l’unico che la conosce davvero, l’unico che le crede, l’unico che tenta di aiutarla quando la sua vita viene messa davvero in pericolo da coloro che, uomini potenti e intoccabili, vogliono farla tacere, perché non riveli ciò che sa sull’organizzazione di cui Evie stessa è stata una vittima innocente. È proprio attraverso le voci di questi due protagonisti che vengono a galla le falle di un sistema statale minorile che troppo spesso appare superficiale, disseminato di inutili schemi predefiniti in cui vengono rinchiusi bambini e ragazzi; evidenzia la corruzione, la morbosità, la devianza e le perversioni che in certi ambienti, in certe alte sfere, diventa una rete dalle maglie indistruttibili e inattaccabili. La suspense, bisogna dirlo, in questo romanzo scorre a fiumi, in bilico tra la necessità di sapere cosa accadrà e, allo stesso tempo, il timore di scoprirlo. Se il primo libro mi era piaciuto, questo mi ha catturata portando Robotham a essere uno dei miei autori thriller di riferimento. La figura dello psicologo forense a metà strada con un profiler è originale e intrigante, e acquisisce ancora di più particolarità grazie al rapporto fuori dagli schemi che ha con Evie, si discosta dalle ormai tipiche figure, e non è altro che un bene, una sferzata di novità. Letta in un battibaleno, la storia di Cyrus e Evie ha il “potere” di far sentire la sua mancanza una volta terminata la lettura. Cinzia Ceriani