Recensione
I retelling mitologici vanno molto di moda ultimamente e io, un po’ per curiosità e un po’ per il bisogno di una lettura leggera, mi sono detta: Perché no? L’ho scelto in base ai miei gusti in fatto di mitologia, queste donne forti e indipendenti che non temono nulla, neppure la morte, e devo dire che ci ho azzeccato. La lettura è sì leggera, ma non superficiale benché presenti delle “licenze mitologiche” e mi sono piaciute molto le scene di lotta e battaglia. Dinamiche, serrate, coinvolgenti. Ho apprezzato anche i dettagli descrittivi, come la consistenza del terreno, l’odeore del sangue, il rumore degli zoccoli dei cavalli al galoppo, la fredda pietra dei palazzi ateniesi e il vento che spira dal mare. Tutti particolari riportati con estrema attenzione e senza risultare prolissi. Tuttavia, alcuni elementi narrativi risultano ripetitivi e ridondanti e a certi personaggi chiave, quali Teseo e Melanippe, poteva esser concesso più spazio, soprattutto a Teseo. Pentesilea è indubbiamente il personaggio migliore, quello maggiormente sviluppato e interessante. Il suo sentirsi in colpa, il peregrinare in cerca di espiazione, la forza fisica e psicologica che l’ha caratterizzata fino alla fine. E’ lei la vera protagonista della storia. Non so se leggerò altri romanzi di questo genere, in effetti devo ancora capire se queste rivisitazioni narrative-moderne fanno per me, ma questo primo esperimento, tutto sommato, pur non essendo stato eccelso, un colpo di fulmine, non è stato nemmeno negativo. Sono romanzi poco impegnativi, è chiaro, eppure sono una buona occasione per un “ripasso” (con le dovute accortezze e verifiche delle “licenze” narrative) o per avvicinare alla mitologia.
Trama
L’antica città di Temiscira ha una sovrana leggendaria: Ippolita, regina delle amazzoni. Il suo è un popolo di guerriere, temute in tutta la Grecia per lo straordinario valore in battaglia: si dice che sottomettano gli uomini e li utilizzino per la procreazione, che si amputino il seno destro per tirare meglio con l’arco e siano formidabili a cavalcare e con le armi. Ma ci sono pericoli che nessuna arma, per quanto letale, può scongiurare. E quando una nave giunge sulla costa dove Ippolita domina incontrastata, il destino ha già iniziato a tessere la sua tela.
Travolta da un amore inatteso e proibito, tanto impetuoso quanto contrario ai doveri di amazzone – ancora prima che di sovrana –, Ippolita fa una scelta dalle conseguenze irreversibili.
Sentendosi tradita dalla propria sorella, Pentesilea sarà costretta a salire sul trono al suo posto e lavare via la sciagura che Ippolita ha gettato sul popolo delle guerriere.
Dimostrerà al mondo intero, se necessario, che le amazzoni non conoscono alcuna debolezza. E che sfidare la loro ira vuol dire prepararsi a combattere.