Recensione
Questo brevissimo racconto è basato su una domanda esistenziale. La protagonista è una donna tormentata, si chiede continuamente il motivo per cui debba soffrire, per cui le disgrazie capitino proprio a lei e al suo sfortunato popolo, la Polonia, che altro non vuole se non rendersi autonomo, indipendente dalla Russia, autodeterminarsi. In poco più di 60 pagine Tolstoj ha racchiuso la sofferenza di un’intera nazione vessata e di una coppia di innamorati che non si dà pace per la crudele sorte toccata loro con una maestria incredibile, con una penna lucida e pungente; una critica serrata affiora in queste pagine alla Russia di quel tempo, e tutta l’amarezza per una patria padrona che non ha pietà per nessuno. Non è certo l’opera migliore o più significativa di Tolstoj, ma ne vale sicuramente la pena, quanto meno per la vena critica che la caratterizza.
Trama
Tra le opere più tarde di Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) un posto particolare spetta a “Perché?”, un vero e proprio romanzo breve diviso in dodici capitoletti, che l’autore scrisse nei primi mesi del 1906, sulla traccia della vita del patriota polacco Iosif Migurski. Ambientato ai tempi della cosiddetta ‘Rivoluzione Cadetta’ (1830-31), una ribellione armata contro l’impero russo in Polonia che scatenò una violenta repressione più volte stigmatizzata dal grande scrittore, il racconto si incentra sulla strenua resistenza di due anime, quella del patriota Migurski condannato ai lavori forzati e quella della sua amata Albina, disposta a tutto pur di ridonargli la libertà perduta e costruire finalmente la loro storia d’amore.