Recensione
La mia prima esperienza con Edna O’Brian è stata un ni, nonostante l’ambientazione nella mia amata Irlanda. La narrazione procede per buona parte del romanzo lenta e priva di slancio, poi ad un tratto le carte in tavola cambiano, ed ecco che, cntro ogni mia aspettativa, visto che più di una volta sono stata tentata di abbandonare la lettura, la storia acquista consistenza, diventa interessante e i personaggi più completi e complessi. La natura femminile, le sue sfaccettature, sono il cuore di questa storia. La donna e le sue difficoltà, le sue speranze e le sue ambizioni, la sua voglia di indipendenza e di riscatto. Primo libro di una trilogia, in sostanza è un romanzo che conquista dopo un po’, non subito, bisogna pazientare, ma poi si è ampiamente ripagati.
Trama
La timida e romantica Caithleen sogna l’amore, mentre la sua amica Babà, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l’orizzonte del loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo angusto, decidono di lasciare il collegio di suore in cui vivono per scappare nella grande città, in cerca d’amore ed emozioni. Nonostante siano fermamente decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto inaspettate e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino. “Ragazze di campagna” venne scritto in soli tre mesi e inviato a un editore, il quale ricevette da un celebre scrittore suo consulente questo giudizio: “Avrei voluto scriverlo io”. Alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, l’esordio narrativo di Edna O’Brien, fortemente autobiografico,suscitò reazioni di sdegno e condanna che andarono ben oltre le intenzioni di una sconosciuta autrice poco più che ventenne: il libro fu bruciato sul sagrato delle chiese e messo all’indice per aver raccontato, per la prima volta con sincerità e in maniera esplicita, il desiderio di una nuova generazione di donne che rivendicava il diritto di poter vivere e parlare liberamente della propria sessualità.