Recensione
Ciò che subito mi ha colpito di questo thriller è stato l’incipit, il primo capitolo: intrigante, misterioso, d’impatto. Un’inaspettata e immediata botta di adrenalina che è andata poi man mano ad attenuarsi, sostituita da una serie di flashback della protagonista e da un’altrettanto lunga e frequente serie di riflessioni che hanno un po’ appesantito, in certi momenti, la lettura. Nei thriller, devo essere onesta, non amo i ragionamenti che si protraggono, per me il thriller deve essere svelto, dinamico, adrenalinico. Il giusto equilibrio tra pensieri e azione. Ed è ciò che manca a questo libro, ho trovato poca azione e troppe riflessioni, per i miei gusti. Ciò che invece ha assolutamente di buono sono i continui colpi di scena, dall’inizio alla fine, anche se, essendo talmente pochi i personaggi si comincia già a prevedere il colpevole ( il cui piano fa acqua da tutte le parti) a poco più di metà romanzo.
Trama
Madeleine aveva una vita perfetta. Perdutamente innamorata di suo marito, con una bella casa e nessuna preoccupazione, aveva un’unica ragione di vita: Aidan e Annabelle, i suoi gemelli. La mattina del decimo compleanno dei bambini, però, tutto è cambiato. Un uomo armato con il viso coperto ha bussato alla sua porta e ha costretto Madeleine a compiere una scelta impossibile. Decidere quale dei suoi figli salvare, e vedere uccidere l’altro. Da allora Madeleine non ha più pronunciato una parola e ripercorre ossessivamente tutti gli eventi del giorno che ha condannato per sempre la sua famiglia. I ricordi le vorticano nella mente in flash confusi e difficili da interpretare, gli incubi la ossessionano giorno e notte, ma lei è determinata a rivivere all’infinito il suo tormento, pur di capire che cosa è davvero successo. Anche se significasse scoprire che l’incubo non è finito. Che la sua famiglia è ancora in grave pericolo.