Recensione
Ed ecco qua il primo “abbandono” del 2019. Ed è un peccato, perché di solito né Fazi né gli scrittori americani come la Fox mi deludono, ma questa volta non ce l’ho proprio fatta a proseguire con la lettura, e neppure a entrare nella storia. Laura è un personaggio sgradevole, bisbetica e irritante, una “dittatrice emotiva” sempre pronta al giudizio e alla critica negativa, e pare che nessuno riesca mai a rimetterla al suo posto, anzi, ogni suo capriccio viene assecondato. Clara, sua figlia, è una non presenza, timorosa e senza sostanza. I personaggi, per diversi motivi, sono sottomessi a Laura e risultano statici, poco dinamici e poco interessanti. L’ambientazione è impersonale e vuota, dentro a quella stanza d’hotel prima e al ristorante poi, sembra mancare l’aria tanto è ingombrante la forza prevaricatrice di Laura. Sono sicura che fosse questo l’obiettivo dell’autrice, ed è pienamente raggiunto. Forse sono io che non sono riuscita ad apprezzare il romanzo, ma ho trovato meglio riusciti altri scritti della Fox.
Trama
Dopo il grande successo di Quello che rimane, torna nelle librerie italiane un altro imperdibile romanzo di Paula Fox. Riscoperta grazie a Jonathan Franzen, Fox è oggi considerata una delle grandi voci del Novecento americano. Oltre allo stesso Franzen, fra i suoi seguaci figurano scrittori come David Foster Wallace e Jonathan Lethem.