Recensione
Questa di Boll è stata una lettura semplice ma impegnata, caratterizzata a tratti da toni e argomentazioni forti, forse un po’ lontani da noi, che non riusciamo, forse, a comprendere appieno quanto la povertà assoluta del Secondo dopo guerra ha influito non solo sui paesi e le nazioni liberte dai nazisti, ma anche, e probabilmente ancor di più, sul popolo tedesco, estraneo alle crudeltà del suo governo. Una povertà non solo “fisica”, ma anche dell’anima e del cuore che costringe una famiglia, una coppia, a separarsi per sopravvivere, per non riversare tutta la propria rabbia e frustrazione su chi ama. Lui, l’uomo di casa, ad oggi, risulterebbe certamente un codardo, che fugge e non combatte, che preferisce esorcizzare i propri demoni interiori incarnatisi nell’alcolismo e nel gioco d’azzardo andando ad elemosinare a parenti, amici e conoscenti il denaro pertirare avanti; un uomo che preferisce accontentarsi di stare con la moglie qualche giorno, qualche ora, in qualche bettola malfamata e che si nega ai propri figli. lei, invece, è una donna risoluta, ferma nel suo ruolo di madre, moglie e donna, sopporta in silenzio e con grande dignità. L’importante, in fondo, è trovare la forza per non impazzire. Ma il destino, si sa, è spesso un burlone, un cinico avversario che non lascia scampo. Un romanzo profondo e interessante.
Trama
“E non disse nemmeno una parola” è la cronaca di un fuggevole incontro, dopo quindici anni di matrimonio, tra Fred, che ha abbandonato la casa non sopportandone la soffocante atmosfera di miseria, e sua moglie Käte, che è rimasta tenacemente al suo posto, accanto ai bambini. Il romanzo, considerato da molti il capolavoro di Heinrich Böll, descrive le poche indimenticabili ore che i due trascorrono insieme e che culminano con il tentativo di Fred di riconquistare l’amore della moglie. La vicenda, pura ed essenziale, si svolge entro lo squallido scenario di una città tedesca dell’immediato dopoguerra, tra le torri di una cattedrale gotica, le baracche di una fiera e le tristi stanze di un modesto albergo, dove, in mezzo a discorsi e ripensamenti, Fred e Käte riscoprono un duplice passato di tenerezza e di lotte, di incontri e di separazioni, facendo maturare il destino di una nuova convivenza.