Ciò che sicuramente colpisce subito del romanzo d’esordio dell’emiliano Roberto Camurri, A misura d’uomo (NN Editore, pp. 166), è lo stile narrativo. La penna di Camurri è dura, ruvida, smilza ed essenziale, a tratti telegrafica e graffiante, priva di fronzoli e di filtri, di smussature. I dialoghi tra i personaggi sono tutti indiretti, gli “angoli” delle storie nella storia raccontati arrivano al lettore ben acuminati e taglienti e i personaggi, pur essendo poco approfonditi da un punto di vista psicologico ed emotivo, non sono affatto superficiali, anzi, a parlare per loro, anziché essere l’autore attraverso riflessioni e momenti di pura narrazione, sono le azioni. E’ attraverso ciò che fanno e come che il lettore capisce la loro emotività e la loro personalità. Caratteristiche queste che, a mio avviso, hanno contribuito a rendere il contenuto ancora più forte, potente e d’impatto. Amore e amicizia si incontrano, si scontrano e s’infrangono fra le pagine di questo romanzo, e la caduta nel baratro, per alcuni, è sempre molto vicina o addirittura inevitabile. L’insoddisfazione, la mancanza di un qualcosa, un vuoto da riempire attraverso l’assunzione di alcol e cibo, la naturale discesa verso il basso di alcuni rapporti anche coniugali che, per diversi motivi, si deteriorano. Ma anche la vecchiaia, l’avanzare degli anni e la conseguente caducità del corpo che obbliga un valoroso uomo che ha contribuito al bene della patria a dipendere da un giovane che lo accudisce, lo lava, gli porta da mangiare, e a cui confessa di amare, da sempre, la donna, anch’ella anziana, per cui ogni giorno si alza e a fatica raggiunge il bar che gestisce. La morte prematura e per molti versi inaspettata, la maternità. Molti sono i temi e le situazioni raccontate in questo breve e intenso testo. Non è un libro semplice da digerire. Ogni frammento narrato va assimilato e ponderato, “ragionato”, perché è troppo reale, riflette in maniera concreta ciò che è la quotidianità, cosa accade nella vita delle persone, le loro debolezze e le loro vulnerabilità, e vederlo palesato così, con questo stile crudo, è una cosa che colpisce veramente tanto, alcuni episodi sono pugni nello stomaco non facili da incassare. Non amo, e chi mi conosce lo sa, leggere autori italiani, per diverse ragioni. A volte li leggo, certo, ma quasi mai li consiglio. Con Camurri non posso né consigliare di leggerlo né sconsigliarne la lettura, intanto perché è uno stile di scrivere il suo che deve piacere e, in secondo luogo, perché ritengo che per leggere romanzi come questi, di autori italiani o meno, occorra essere nel giusto stato d’animo e con una corretta predisposizione a leggere, fermarsi, riflettere e ricominciare a leggere.Cinzia Ceriani
2 thoughts on “Recensione: A misura d’uomo di Roberto Camurri”
Ciao!
Io sono solo all’inizio di questo libro, mi piace l’idea, mi piace l’ambientazione… Sono cresciuta in un paese e mi rivedo in quelle atmosfere. Luoghi in cui gli anziani son parte integrante della comunità. E’ proprio lo stile che non riesce a convincermi. Ho bisogno di più dialoghi e meno dettagli da sceneggiatura… più fronzoli, più… più!
Ciao!
Infatti è la stessa cosa che ho pensato anche io. Bella l’ambientazione e i personaggi ma lo stile si fa fatica a digerire. Troppo duro, ruvido, essenziale non nascondo che ho faticato a leggerlo. Manca approfondimento, manca la presenza dell’autore… è uno stile certo, ma credo che questo però possa incidere poi sul bacino di lettori. Anche io ho bisogno di… più!
Ciao!
Io sono solo all’inizio di questo libro, mi piace l’idea, mi piace l’ambientazione… Sono cresciuta in un paese e mi rivedo in quelle atmosfere. Luoghi in cui gli anziani son parte integrante della comunità. E’ proprio lo stile che non riesce a convincermi. Ho bisogno di più dialoghi e meno dettagli da sceneggiatura… più fronzoli, più… più!
Ciao!
Infatti è la stessa cosa che ho pensato anche io. Bella l’ambientazione e i personaggi ma lo stile si fa fatica a digerire. Troppo duro, ruvido, essenziale non nascondo che ho faticato a leggerlo. Manca approfondimento, manca la presenza dell’autore… è uno stile certo, ma credo che questo però possa incidere poi sul bacino di lettori. Anche io ho bisogno di… più!