Recensione
Non è sempre facile formulare un giudizio su un classico della letteratura, e questo è uno di quei casi. Dickens è un autore che spesso, e purtroppo, viene associato al periodo natalizio, forte del successo del romanzo breve Un canto di Natale e di alcuni racconti incentrati sul periodo citato, oppure alla letteratura per ragazzi per Le avventure di Oliver Twist, senza contare che molte altre sue opere restano nell’ombra (Dombey e figlio, La piccola Dorrit, Racconto di due città, Il nostro comune amico, Il mistero di Edwin Drood, Martin Chuzzlewit) ma è un torto che gli viene fatto. Grandi speranze è un romanzo che affascina, una continua altalena emotiva giocata sulle apparenze, su quei casi della vita che ti fanno credere di essere speciale, di essere un eletto, ma che in realtà altro non sono che specchi per le allodole, disillusioni. In primis perchè tali eventi non sono mai come ce li immaginiamo o come gli altri ce li presentano e, in secondo luogo, anche nel momento in cui scopriamo la reale natura che si cela dietro le fortune che ci capitano e che magari ci semplificano pure la vita, le rifiutiamo perchè non socialmente accettabili. Per non essere costretti a vivere con il gravante peso del giudizio altrui sulle spalle. Al contempo però, l’effimera felicità indotta da queste illusioni ci porta a dimentare la semplicità, a relegare in un angolo le persone che ci sono sempre state vicine ma che ora, perchè umilie e semplici, non sono degne di noi. Sono un gradino più in basso. Ma allora, cos’è che vogliamo veramente? L’agiatezza economica o l’approvazione sociale? Probabilmente, l’una è correlata all’altra e nel momento in cui cade una cade anche l’altra. L’unica speranza quindi che rimane, reale e tangibile, è tornare noi stessi, alle nostre origini e confidare in una vita modesta ma appagante, nel portafoglio come nell’animo. Pip è un personaggio particolare, un sognatore e un disincantato che vede, dall’oggi al domani, per ciò che lui considera un errore commesso dalla paura, la sua vita completamente trasformata. E’ dinamico e spontaneo, intelligente e generoso. Interessanti e coinvolgenti sono i due personaggi femminili principali: Miss Havisham ed Estella. Due donne forti e coraggiose, sempre fedeli a se stesse, nel bene e nel male. Indimenticabile e commovente il caro, buon vecchio Joe.
Trama
Pip vive in un piccolo villaggio alla foce del Tamigi. La sua infanzia di fervida e inquieta immaginazione viene sconvolta dall’irruzione di due adulti: il criminale Magwitch e la bizzarra e ricca Miss Havisham. Esaltato a “grandi speranze” dalla ricchezza che la vecchia signora sembra destinargli, il giovane rompe i legami d’affetto con il villaggio per recarsi a Londra, inseguendo la fredda e sprezzante Estella e fatalmente attratto dalle propaggini più inquietanti della città: il kafkiano mondo legale delle Inns of Court, le carceri di Newgate e le limacciose sponde del Tamigi. Narratore e protagonista, Pip ripercorre con humour e passione il suo cammino di conoscenza e disillusione, facendo i conti con la propria cecità di fronte ai casi della vita. Da questo romanzo è stato tratto di recente il film Great Expectations, con, tra gli altri, Helena Bonham Carter e Ralph Fiennes.