Un giallo nel nero delle tenebre più profonde, quello abitato da fantasmi, vampiri, zombie e pipistrelli alati; da creature umane, o quasi, che padroneggiano incantesimi e invocazioni agli spiriti; maghi e intrighi di corte, sotterfugi e inganni per la conquista del potere, magico e non. Tra antichi manieri e grandi regni che dominano gli elementi della natura, Shadow Magic (De Agostini, pp. 416) di Joshua Khan accompagna i lettori in un mondo oscuro ma, al tempo stesso, rassicurante e bizzarro, che invita alla sua scoperta, senza timore, anzi, quasi con divertimento, un po’ come accadeva con la Famiglia Addams. Chi non amava il sarcasmo freddo e tagliente della piccola Mercoledì? O le angherie di Pugsley, o le stranezze di Zio Fester? Ecco, questo libro, rivolto ad un target ovviamente molto giovane, mi ha ricordato un po’ loro. La mia infanzia incollata davanti alla tv in attesa di un nuovo episodio in bianco e nero, o di un film, della famiglia più tetra e oscura del mondo, ma anche la più simpatica e irriverente. Con la sola differenza che al posto di Mano o del cugino It vi è un cane fantasma e un enorme pipistrello alato, una sorta di ostinato drago permaloso, privo, però, della capacità di sputare fuoco e fiamme. Simpatici e calzanti sono i nomi di alcuni personaggi, come Ade o Monocchio; e poi c’è Lilith, un appellativo che nasconde in sé antichi riferimenti all’epica figura descritta in alcune religioni mesopotamiche, ebraica e babilonese, e persino Cerbero, il cane a tre teste custode, come Dante e la mitologia classica vuole, della porta degli Inferi. Non meno importante, e ben strutturata, è la componente favolistica contenuta nel romanzo. Una bella e tenebrosa principessa da salvare, un giovane impavido, a volte sprovveduto, ragazzo che ha vissuto la sua vita nei boschi insieme al padre, un principe, ahimè fifone e smidollato, da sposare per salvare il popolo da una guerra, un complotto da smascherare (in tutti i sensi, chi leggerà il libro lo capirà), un cattivo da sconfiggere e un “oscuro” lieto fine da realizzare. Insomma, che dire di più? E’ la perfetta storia, scritta in modo semplice e coinvolgente, fluida ma senza privare i personaggi di carattere e di un adeguato approfondimento della loro psicologia e del loro modo di pensare e agire, per Halloween. Mostri e simpatia suddivisi in parti eguali, come il buio e la luce, il giorno e la notte, la fantasia e la realtà. Cinzia Ceriani