La mia passione per i distopici è nata da poco, da appena un paio d’anni, e nonostante ne abbia letti di interessanti, Flawed – Gli imperfetti (De Agostini, pp. 416, € 14,90) ha saputo conquistarmi dalla prima all’ultima pagina. L’autrice, Cecelia Ahern, è stata in grado di condurmi all’interno di un mondo quasi parallelo, dove si cerca di rimediare al male delle generazioni passate attraverso il terrore, punizioni e umiliazioni; dove si tenta, senza riuscirci, di migliorare l’umanità perchè, si sa, l’uomo è corruttibile, è debole sotto molti punti di vista, e proprio per questo, come accade nella vita reale, ciò che parte con le migliori intenzioni finisce spesso per procurare ancora più danni. Per tutte le sue quattrocento pagine mi sono persa in questa società totalitaria e distruttiva che, per chi vuole leggere fra le righe, per la sua descrizione e organizzazione, attinge non solo da alcune fra le pagine più tristi della storia dell’uomo, persecuzioni, inquisizioni, oppressioni, ma anche dal mondo moderno, quello che ogni giorno viviamo. Basta seguire la cronaca politica o tracciare un parallelo tra la classifica mondiale sulla libertà di stampa che ogni anno viene redatta e diffusa e la manipolazione, palese, degli organi di comunicazione del mondo ideato dalla Ahern, per accorgersene. E’ strano constatare come anche in un semplice romanzo fantasy passato e futuro s’intrecciano, cercando di modificarsi l’un l’altro senza successo; di come l’uomo non si smentisce mai. Ho provato ansia e paura, e ho tifato per Celestine, la protagonista. Una ragazzina perfettina, tutta logica e rispetto delle regole; di quelle stesse regole che, per compassione e umanità, due comportamenti vietati, sceglie di infrangere. E’ una sorta di mix tra Katniss Everdeen (Hunger Games) e Tris Prior (Divergent), ma con una marcia in più. Istinto e logica vanno a braccetto, in lei. Non lascia nulla al caso. Ragiona. Sa calibrare quando può osare e forzare le regole e quando no. E’ tattica. Ma anche cuore. Coraggio, dignità e raziocinio sono le sue parole d’ordine. Parole, e relativo significato, che sembriamo dimenticare sempre più spesso. Gli altri personaggi, invece, sono circondati da un alone di diffidenza, in particolare il giudice Crevan. Una sensazione che accompagna il lettore per tutto il romanzo. E’ difficile che io elogi un romanzo di questo genere, ma in questo caso non posso farne a meno. Mi ha entusiasmato e rapita, letteralmente. Lo stile narrativo della Ahern è meraviglioso, sa rendere in maniera chiara e scorrevole i sentimenti e le sensazioni dei personaggi, facendoli diventare reali, e lo stesso vale per le diverse situazioni raccontate e le ambientazioni. L’unico timore che nutro riguardo a questo romanzo sono le aspettative. Flawed, infatti, è il primo libro di una saga e ottime sono le opinioni e le impressioni. Spero solo che con i prossimi capitoli non vengano deluse. Cinzia Ceriani