Recensione
Dei romanzi di Fitzgerald non si parla molto, se non in riferimento ai film che da essi sono stati tratti, ed è un peccato. Un assoluto peccato. Primo perchè Fitzgerald è stato uno degli scrittori più importanti del Novecento letterario americano; secondo perchè, leggendo i suoi scritti, non si può non innamorarsi di lui (in quanto scrittore) e dei suoi protagonisti, che hanno il potere di entrarti dentro, senza che nemmeno tu te ne accorga. E terzo perchè ci immergono in un’atmosfera quasi mitica e patinata, fatta di feste e scandali da contenere, di piccoli grandi drammi accentuati da una società cinica che bada solo alle apparenze: l’età del jezz. Tenera è la notte è un romanzo attualissimo che parla di come basti poco, un’insignificante scintilla, per mandare in fantumi le certezze di una persona e i legami matrimoniali, di come sia possibile spezzare le convenzioni per navigare contro corrente, anche in termini razziali. In quegli anni, infatti, per un americano naturalizzato europeo non era facile superare certi scogli. Fitzgerald regala al lettore una storia unica, fatta di voglia di trovarsi, di conserare il proprio io contro anche la malattia mentale e un marito opprimente, contornata da poetiche e bellissime descrizioni della Costa Azzurra e della Svizzera, non risparmiando comunque qualche frecciatina acida, già allora, e poco edificante sull’Italia e gli italiani.
Trama
Dick è un giovane psichiatra e Nicole una sua ex paziente. Dopo essersi sposati si trasferiscono in Costa Azzurra dove, grazie ai soldi di Nicole, conducono un’esistenza frivola e agiata e vivono di rendita. Dick abbandona la professione e si lascia andare alla deriva, invece Nicole risorge dai suoi antichi incubi e si trasforma in una donna capace di amare. Il loro matrimonio è destinato al fallimento, mentre molti altri intrecci esistenziali animano le pagine di questo splendido romanzo, considerato uno dei più belli della letteratura americana moderna.