Ci sono Verona e Gazzo veronese sullo sfondo della vicenda, che si svolge in quattro giorni, raccontata nell’opera prima Rimorsi e rimpianti di Lorella Bonifazi (Aletti editore, pag. 233). Due fratelli imprenditori, Dario e Matteo, rimasti tragicamente orfani da ragazzi, ne sono i protagonisti assieme ai loro dipendenti e a Rebecca con la sua famiglia. I due giovani si assomigliano molto fisicamente, molto meno caratterialmente, e anche il destino avrà per loro “proposte” diverse, pur continuando a tenerli unirti. Per Dario la vita ha in serbo un amore atteso e ritrovato dopo tre lunghi anni, voluto e nuovamente accolto. Ad attendere Matteo, invece, ci sarà un amore improvviso e imprevisto, ma altrettanto fondamentale e tenero. Il collante della storia è costituito dalla famiglia di Rebecca, la famiglia che a loro è mancata. Si coglie un sapore di casa tra quelle mura, che però ospitano una tragica vicenda: un pesante lutto, causato da una grave malattia, potrebbe avere come conseguenza lo sbando dei vari componenti i quali, invece, sono tenuti insieme da semplici e preziosissimi elementi, quali l’amore, il rispetto, l’aiuto nelle faccende quotidiane, la condivisione del cibo nei momenti difficili. I personaggi sono tutti d’un pezzo, ben delineati e ciascuno di loro, in modo più o meno profondo, si trova a fare delle scelte, valutando se preferire i rimorsi ai rimpianti o viceversa. L’ambientazione, sia che si tratti di descrizioni paesaggistiche o d’interni, sia dei personaggi, è sempre precisa e definita, lasciando comunque la narrazione libera di scorrere veloce e discretamente coinvolgente. Devo tuttavia segnalare un aspetto negativo. Credo che il libro avrebbe avuto tutto da guadagnare se fosse stato accolto e seguito con una maggiore cura editoriale, per evitare alcune imprecisioni e refusi, e per concedergli il rispetto che tutti i libri, gli autori e i lettori meritano.