Dei nerd agguerriti e spirituali. Guerrieri un po’ pazzi e sicuramente fuori dagli schemi, appassionati di video games, serie tv e musica; abili maneggiatori di armi, immortali e dall’aspetto, almeno all’apparenza, pacifico e “normale.” È il ritratto, tutt’altro che banale, che John D. Smith conferisce ai guardiani delle porte dei mondi nel secondo episodio di Black Jack, spigliato, originale, irriverente e sarcastico spin off della saga fantasy Warchess.
È una lettura piacevole, che si consuma in pochi, intensi e coinvolgenti minuti; i personaggi sono un po’ anomali, a metà fra una sorta di super eroi e delle creature mitiche per cui è impossibile non provare simpatia. Sono personaggi vividi e reali, molto simili a qualsiasi giovane anni ’80 – ’90 oserei dire, quasi dei renegade in formato fantasy.
Custodi non solo delle porte, ma anche delle origini e dei materiali del Warchess, della scacchiera, del campo di battaglia che ospita l’estenuante lotta fra bene e male.
Devo dire che mi intrigano molto gli spin off di questa serie (in tutto sono tre, come i libri che compongono la storia principale di questa saga), forse più della narrazione primaria. Vi è molta azione, i personaggi, come già detto, sono inusuali e rappresentano, essi stessi, una storia nella storia. Carismatici e stuzzicanti.
Ora non resta che leggere l’ultimo, decisivo capitolo della saga per decretare finalmente i vincitori. Cinzia Ceriani