Se le nonne ripetono sempre ai nipoti di stare attenti agli oggetti incustoditi, di non giocare o “dare confidenza” a ciò che, per quanto all’apparenza sembri innocuo, non se ne conosce la provenienza, un motivo c’è. E non sempre si tratta di qualcosa di semplice da gestire e di cui è facile disfarsi. La vecchia saggezza popolare, che sia basata su fatti reali o su leggende, non è mai campata per aria ma, più passano i decenni e più le nuove generazioni tendono a dimenticarle, soprattutto se, con la famiglia, scelgono di abitare in una casa non proprio di recente costruzione. Per metà “Piccoli brividi” e per metà horror che ricorda vagamente i romanzi di Stephen King basati su elementi paranormali e oggetti posseduti, (vedi Christine – La macchina infernale o Cose preziose), Un regalo pericoloso di Manuela Raciti (Panesi edizioni, pp. 93, 2,99 €) è un romanzo per ragazzi semplice e accattivante che tende a rispolverare dalle ragnatele del tempo e delle mode letterarie, l’essenza classica del paranormale, quando a dominare le pagine e ad inquietare i lettori appassionati del genere non erano lupi mannari o vampiri (o per lo meno non solo), ma oggetti dotati di malefica vita propria e oscure leggende e storie ad essi legate. Pur senza strafare in dettagli angoscianti, l’autrice, con uno stile fresco e corretto, semplice e lineare, riesce a calibrare nel modo giusto l’elemento horror con il target a cui è rivolto; crea l’atmosfera ideale per catturare l’interesse dei giovani lettori, li incuriosisce, dando loro ciò che ovviamente cercano in questo genere di lettura, senza però esagerare. Il testo è ben strutturato e il finale, non a caso e in perfetta sintonia con l’ambientazione paranormale, pur concludendo la vicenda lascia al lettore una sorta di sospeso che che gli permette di fantasticare e immaginare.
Cinzia Ceriani