Chiedersi cosa fa di un libro fantasy un buon libro fantasy non ha senso. Non ha senso darsi delle regole, non ha senso limitare il proprio potere d’immaginazione e di commistione, purché questo avvenga nel rispetto del lettore e della storia da narrare. Una formula magica che indichi gli ingredienti ideali per la ricetta di un buon libro, fantasy o meno, non esiste. Tutto sta nell’idea, nello sviluppo della trama e nella combinazione degli elementi, anche diversi tra loro. Ormai i tabù da sdoganare sono rimasti in pochi anche in letteratura, ma ciò che conta davvero è il modo in cui vengono trattati, con naturale consapevolezza, senza volgarità, ma al contempo senza snaturarli dal contesto narrativo, con qualunque accezione siano intesi, negativa o positiva. Orami le saghe fantasy, quelle su carta così come quelle televisive o cinematografiche, di successo come Shadowhunters, Hunger Games o Game of Thrones, ad esempio, ci hanno abituato a scene inusuali in contesti insoliti, a trovare l’eccezionale dove non ce lo aspettavamo, il colpo di scena che, a ben pensarci, tanto strano non è. Nella sopra citata saga di Cassandra Clare si arriva a sfiorare l’incesto, in quella di Suzanne Collins, invece, come in altre storie, soprattutto in ambito urban, non mancano scene di violenza gratuita o di sesso raccontate in modo più o meno velato. Sarà perché violenza e sesso vendono, o perché fanno parte della vita di ogni essere mortale e di ogni società in ogni sua singola epoca? Non si sa. In fondo, uno dei più famosi e grandi romanzi erotici, o per lo meno considerato tale, è stato scritto da Lawrence nel 1928. Facendo un passo indietro e tornando all’oggetto di questo scritto, ciò che valorizza e conferisce interesse ai primi due volumi della saga I rami del tempo di Luca Rossi è proprio la perfetta simbiosi tra gli elementi che li compongono. Il fantasy “classico”, la pratica delle arti magiche, l’adorazione degli dei, la sete di potere e di conquista di terre lontane, intrighi, sotterfugi, tradimenti e delitti; la fantascienza, con le sue navicelle spaziali, gli avanzati sistemi di tecnologia e i viaggi nello spazio- tempo; infine, l’erotismo. Di quest’ultimo elemento, entrambe le facce della medaglia vengono affrontate: il sesso violento, usato solo come strumento di controllo e piacere da parte di un re poligamo e come mezzo di manipolazione, visioni terrifiche indotte dalle droghe, la gelosia come frutto della manipolazione; e il sesso che si trasforma in passione, in un forte sentimento il cui desiderio di compimento viene lasciato all’intuizione del lettore ed espresso solo attraverso delicati baci saffici. Un profondo dualismo che ritroviamo anche nella realtà e che, inevitabilmente, si riflette sul labile confine che esiste tra fede e scienza e tra amore e mero piacere fisico. Sorretto da un solido impianto narrativo e scritto con uno stile semplice ma molto fotografico grazie al quale il lettore può vedere le immagini descritte come se fossero proiettate su uno schermo, l’opera di Luca Rossi colpisce e lascia spiazzati per il non banale utilizzo delle scene erotiche in essa contenute, per la loro esplicita ma non grossolana esposizione, per il loro inserimento in un tipo di romanzo in cui, generalmente, non ci si aspetta. Cinzia Ceriani